Il lockdown, è innegabile, sta mettendo a dura prova il nostro benessere psico-fisico. Stiamo vivendo una situazione anomala, costringendoci ad accettare una condizione innaturale protratta nel tempo.
Alzi la mano chi è felice di vivere come un eremita… ma stare a casa, in questo momento, è fondamentale per il “benessere” di tutti.
Benessere fra virgolette perché, nonostante tutti (o quasi) siano consci che l’isolamento è la risposta migliore al Coronavirus, la situazione inizia a “starci stretta” portando stati d’ansia, nervosismo, eccetera.
I primi giorni è stato facile; le novità aiutano per cui ci siamo lanciati in mille attività, cose diverse che solitamente non abbiamo mai il tempo di fare.
Oggi, dopo circa due mesi, è tutto molto molto più difficile… siamo demotivati, non troviamo “uno scopo“.
Riposo
Fra i miei allievi riscontro diversi problemi di sonno. Molti di loro faticano ad addormentarsi perché stressati, spossati e preoccupati per il futuro.
Altri riferiscono di aver avuto forti attacchi d’ansia seguiti da sudorazione e battito cardiaco accelerato.
Ora, l’essere umano è un animale sociale. Abbiamo bisogno del confronto, del contatto, di libertà e lo scenario che si prospetta per i prossimi mesi non è dei più rosei per cui è normale, viste le circostanze, perdere il sonno.
Impiegare il tempo
Cerchiamo tutti, disperatamente, di far passare il tempo.
Stanno andando di moda i webinair (seminari tenuti sul web) sugli argomenti più disparati e molti di questi si tengono a tarda sera, dopo cena: proprio la sera è uno dei momenti più complicati. Non possiamo uscire, vedere gli amici o il fidanzato e cerchiamo, anche qui, di fare “qualcosa“.
Concentrarsi troppo in questo momento della giornata però interferisce col normale ciclo circadiano costringendo il sistema nervoso autonomo in acrofase (il momento di picco massimo). Siamo sempre vigili, attenti.
Traduzione: l’organismo non si rilassa mai!
Il rapporto col cibo
I dati parlano chiaro: il 40% circa delle persone, negli ultimi due mesi, è aumentata di peso.
C’è chi mangia per consolazione, chi per noia, nella speranza di poter compensare “qualcosa“.
Il bisogno d’evasione ha radici antiche, i nostri antenati passavano gran parte del loro tempo fuori, all’aria aperta (facendo il pieno di vitamina D), in compagnia dei loro pari e noi tutti abbiamo ereditato questo desiderio di socialità.
Perciò qualsiasi sia la vostra reazione al lockdown, siate gentili con voi stessi e con il vostro corpo.
Non lasciatevi travolgere dai sensi di colpa e cercate, per quanto possibile di condurre uno stile di vita sano, consapevoli che la colpa non è nostra!
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Buona Giornata
il vostro Personal Fitness Coach e Personal Trainer
Nicola Sangalli